28 lug 2011

Firma anche tu. Non perdiamo il futuro come abbiam fatto con il presente

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Sono giorni che alcuni uomini e donne stanno protestando, facendo lo sciopero della fame, contro l'abbandono dello Stato e delle Istituzioni.
Questa è una lettera da firmare e inviare ai rappresentanti politici.
Una lettera al Presidente Napolitano, prima tappa per una campagna nazionale: dare risposte ai cittadini lucani e pugliesi e cambiare la legge nazionale per garantire i diritti di tutti i cittadini italiani….


Al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano

e, p.c,

Al Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi

Al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti



Caro Sig. Presidente,

apprendo che due gruppi di cittadini lucani e pugliesi (a Serramarina di
Metaponto ed a Marina di Ginosa) stanno tenendo un duro sciopero della fame dal
22 Luglio per denunciare che a 5 mesi dall’esondazione di ben 5 fiumi lo Stato

li ha abbandonati; Maria, Patrizia, Domenico, Adele, Ernesto ed Agostino sono
parte di una comunità ferita e sono organizzati in un Comitato democratico di
cittadini ed associazioni che ne difendono le ragioni ed hanno a cuore la difesa
del territorio

Da cinque mesi stanno denunciando la gravità della loro situazione: non hanno
alcuna ipotesi di risarcimenti e nel loro territorio ferito dalle alluvioni non
vengono eseguiti nemmeno gli interventi minimi di messa in sicurezza lasciando i
fiumi con gli argini sfondati, le infrastrutture stravolte ed esponendo le
comunità a nuovi disastri per le prossime piogge.

Lamentano che l’alluvione del 1° Marzo scorso che ha colpito le loro terre è
accaduta qualche giorno dopo l’entrata in vigore del decreto mille proroghe che
dal 26 febbraio 2011 modifica la legislazione vigente in materia di disastri
naturali, dunque sono i primi cittadini italiani a sperimentarne gli effetti.

Secondo questa nuova norma le Regioni dovrebbero “pagarsi i costi dei disastri
naturali” e lo dovrebbero fare “alzando le tasse regionali”. Diverse Regioni
hanno rifiutato l’idea di aumentare le tasse ai propri cittadini per pagarsi i
danni dei disastri naturali e contro questa norma si sono manifestati molti
pronunciamenti e da più parti politiche. Sette regioni italiane, fra cui la
Puglia e la Basilicata, hanno sollevato difetto di costituzionalità e la corte
costituzionale, si esprimerà il 10 Gennaio 2012.

Si è aperto, così, un conflitto istituzionale e politico che sta tenendo
bloccata la possibilità di avere risposte; il Governo non emette l’ordinanza
dovuta e, dunque, non sono possibili misure straordinarie necessarie, non è
possibile spendere risorse degli Enti locali comprese le Regioni per i noti
vincoli del patto di stabilità e non è possibile impostare un serio piano che
affronti le emergenze ed imposti la fuoriuscita dalla crisi.

I cittadini colpiti non possono attendere fino al prossimo anno, né pagare i
prezzi del contenzioso politico ed istituzionale quando questo lede diritti
fondamentali.

La garanzia che, in caso di disastro naturale, siano soddisfatti i diritti ai
risarcimenti per quanti sono stati colpiti ed alla messa in sicurezza è uno
degli elementi fondanti della tenuta stessa della solidarietà nazionale.

Dal primo marzo 2011, invece, questi diritti sono nei fatti negati per effetto
della norma contenuta nel decreto milleproroghe che lascia i cittadini in una
situazione ormai insostenibile ed umiliante per la loro stessa dignità. In
diversi ancora vivono in albergo o ospitati da amici e famigliari, le aziende
agricole che hanno perso la produzione, le scorte o gli impianti non possono
fare fronte agli impegni finanziari ed alle scadenze, le aziende turistiche
stanno affrontando la stagione in condizioni fortemente compromesse, i
lavoratori perdono il lavoro.

Soprattutto, però, se non si fanno urgentemente lavori di messa in sicurezza del
territorio, con gli argini dei fiumi sfondati e le infrastrutture indebolite, le
prossime piogge d’autunno porteranno inevitabilmente ben altri disastri.

Le chiedo di intervenire per garantire che le risposte siano date.

Occorre il primo passo, che è sempre stato adottato precedentemente dopo la
dichiarazione di stato d’emergenza: che sia emessa l’ordinanza da parte del
Presidente del Consiglio dei Ministri di nomina del commissario e di
stanziamento delle prime risorse per avviare il processo di intervento con
almeno le iniziative più urgenti. Le Regioni Basilicata e Puglia nelle more che
la corte costituzionale si esprima, hanno dichiarato la disponibilità ad
intervenire con proprie risorse se pur in maniera parziale e nei limiti delle
loro disponibilità.

A troppi mesi dal Primo Marzo 2011 non c’è più alcun motivo perché non si trovi
una soluzione per i cittadini ed il territorio e perché si risponda alle
aspettative della comunità ferita.

Per tutto questo, Le chiedo di intervenire perché si compiano i passi dovuti per
garantire i diritti dei cittadini colpiti dagli eventi del Primo Marzo scorso
ma, anche, perché voglia valutare la possibilità di richiamare l’attenzione del
Parlamento sulla necessità di intervenire con una modifica delle norme assunte
con il decreto milleproroghe del 2011 che cambiano la modalità degli interventi
in caso di dichiarazioni di stato d’emergenza.

Lo sciopero della fame in corso segnala, infatti, una grande questione nazionale
che riguarda tutti i cittadini italiani: se questi sono gli effetti del cambio
della norma voluta dal milleproroghe, allora in Italia quando accadranno frane,
alluvioni, terremoti i cittadini rimarranno senza risposte.

Con osservanza e stima,

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