30 ott 2009

Il rito della Spina o Battesimo della Spina

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Foto da EZUM VALGEMON
Il battesimo della spina

 “Il passaggio della spina”
Esplosione di devozione ed attaccamento filiale alla Madonna è il cosiddetto “Passaggio della Spina”, praticato il 25 Marzo e il Lunedì di Pasqua. E’ un rito propiziatorio, diffusosi a Baragiano intorno al XV sec. , sopravvivenza forse di antichi culti agresti , praticato all’inizio della primavera.
Può avere origini albanesi oppure aver tratto modello dall’area pugliese (questa usanza si incontra a BARILE- GINESTRA-MASCHITO).  
"...Al contrario, resistono al tempo molti riti tradizionali, le feste patronali, la liturgia bizantina, culti popolari arborei (recentemente l'Anspi di Barile ha rivitalizzato "il passaggio della spina" "shkuar nga drizet" presso la seicentesca Chiesa agreste di Costantinopoli." (1)
I protagonisti del rito sono i bambini nell’età compresa dai due ai dieci anni che i genitori intendono mettere sotto la protezione della Madonna. La cerimonia si svolge per tre anni consecutivi e consiste nel far passare i bambini nudi sotto un arco di spine, “la scocca” preparata precedentemente, dalle mani di un uomo a quelle di una donna che fungono da padrino e madrina, quando suona la campanella preannunciare che nella cappella dell’Annunziata ha luogo l’Elevazione.
Il bimbo viene passato sotto la spina per sei volte, tre con l’addome in su e tre con l’addome in giù,mentre il compare dice “teh, cummà” e la comara risponde “Mo, cumpà”. Al termine del rito i bambini, avvolti in un lenzuolo, vengono condotti in chiesa per essere rivestiti ai piedi della Madonna e invocare la benedizione. E’ cura poi dei partecipanti di innestare le spine che sono servite per formare l’arco proteggendole con muschio e corteccia di arboscelli, nella credenza che, in caso di attecchimento, la vita del bambino sarebbe assente da malumori, in coso di mancata presa, si verificherebbe il contrario. Dallo svolgimento della cerimonia si evince la commistione tra elementi ecclesiali e pagani, e fu proprio il profilo superstizioso della tradizione a provocare l’intervento dell’autorità ecclesiale che più volte volle mettere i fedeli in guardia dal prestarsi a simili pratiche che oltre a mettere in pericolo la salute dei bambini, producevano subbuglio in chiesa. Il primo intervento venne dal vescovo di Potenza Ignazio Maroldo nel 1890. Successivamente si chiese addirittura l’intervento della forza pubblica per impedire questa forma di devozione. Nonostante gli impedimenti il rito continua ad essere praticato, sia pure con più cautela, introducendo l’usanza di benedire i bambini alla sera nella cappella dell’Annunziata. E’ vero però che qualche bambino al mattino “si passa” e alla sera riceve la benedizione. L’usanza del “passaggio” non è dunque ancora del tutto sradicata. Altra descrizione di quel che avviene a Baragiano è questa: La sera di Pasqua... "la statua della Vergine viene portata in processione in spalle alla cappella dell’Annunziata dove rimane sino al 25 marzo dell’anno successivo. Durante la festa si svolge il rito del passaggio della spina. Lungo la strada detta Fontanella, nei pressi del santuario, ogni fedele sceglie un rovo, lo spacca a metà e attende il brillio del mortaretto che annuncia lo svolgimento in chiesa dell’Elevazione. A questo punto il padrino e la madrina fanno passare attraverso un arco di spine il figlioccio prescelto per suggellare il rito di comparatico".(2)
Comunque al di là delle descrizioni giunte Il passaggio della spina, ha origini iraniche, e non albanesi, esauritosi nll'altipiano dell' Iran, è sopravvissuto a lungo nelle aree balcaniche e slave. Gli arabi lo abolirono in Sicilia perchè lo trovarono osceno
La foto indica una variante, anzichè far passar il fanciullo sotto un arco, lo si fa attraversare in un ramo di rovi inciso a metà.
Fonte:
http://www.icbaragiano.it/progetti/PARTE%20II_file/page0010.html http://maschito.altervista.org/maschito/paese/storia/insediamenti/index.htm http://www.facebook.com/photo.php?pid=376363&id=1072450701
http://www.ilcomuneinforma.it/viaggi/3787/festa-della-madonna-di-costantinopoli/ http://forum.pizzicata.it/viewtopic.php?f=44&t=1432 http://www.basilicata.cc/lucania/baragiano/index0.htm
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17 ott 2009

La sorella italiana dell'Andalusia.

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Più della Calabria e, perchè no, anche maggiore della Sicilia: la Basilicata è la sorella italiana dell' Andalusia.
Punita per secoli a causa della sua povertà, la sua genta ha appreso dalla storia ad affrontare i problemi con l'umorismo e il sorriso sulle labbra.
I suoi campi odorano di macchia mediterranea, di pino, di terra bagnata col sudore del lavoro. Il suo clima mediterraneo, suoi ulivi, le sue montagne...
Se uno chiudesse gli occhi nella cordigliera Peniberica e li riaprisse tra queste terre continuerebbe a pensare di essere ancora in Andalusia.
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8 ott 2009

L'abicocca di Rotondella

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L'albicocco è una pianta originaria della Cina nordorientale, portato da Alessandro Magno dall’Armenia, da cui prese il nome botanico Prunus armeniaca, il seme dell'albicocca viene detto dell’armellina. I Romani la introdussero in Italia e in Grecia nel 70-60 a.C, ma la sua diffusione nel bacino del mediterraneo fu consolidata successivamente dagli arabi, infatti Albicocco deriva dalla parola araba Al-barquq, ridenominata in praecox, nel tardo latino nel senso di "precoce”, da qui anche il nome percoca.
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