1 giu 2009

La pentecoste di Melfi - l' unica in Italia

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La manifestazione della Pentecoste di Melfi è la più ANTICA (e non è poco) tradizione della Lucania,ed è l'unica festa in onore dello Spirito Santo che si celebra in Italia.
Si ricollega allo storico avvenimento del 23 Marzo 1528, passato alla storia come la "Pasqua di sangue". L'avvenimento s'inserisce nella contesa tra Francesi e Spagnoli per il possesso del regno di Napoli. La città che aveva sopportato un lungo assedio, fu espugnata e sottoposta alla furia malvagia delle truppe di Lautrec. Dopo ripetuti assalti, andati a vuoto, Pietro Navarro, famoso per la sua tattica di espugnatore, forte già di
15.000 soldati, fu costretto a chiedere rinforzi a Lautrec, accampato con il grosso dell'esercito nella località di Leonessa, che mandò uomini e principalmente artiglierie, oltre alle terribili Bende Nere, condotte da Orazio Baglione. Melfi dovette soccombere. Ad opporsi, infatti, vi era solo un presidio di circa mille uomini , tra italiani e spagnoli, di molto decimato durante i ripetuti combattimenti. Le truppe francesi, furibonde per l'inaspettata resistenza, entrate in città,trucidarono gran parte parte della popolazione, saccheggiarono e incediarono l'intero abitato. Passarono,quindi, ad espugnare il castello difeso da guarnigioni imperiali costrette alla resa, furono tutte trucidate. Solo il principe Giovanni Caracciolo e la sua famiglia ebbero salva la vita, passando al servizio della Francia. Nell'epica giornata,nella quale i melfitani difesero la città a denti stretti si inserisce l'episodio del boscaiolo Batista Cerone, che in uno slancio di amor patrio, cercò di arginare l'avanzare dell'invasione Francese, mentre stava penetrando nella città attraverso una breccia praticata nelle mura, facendo una strage con la sua "Ronca". Con il passare del tempo la figura di Battista Cerone entrò nell'alone della leggenda tanto fa attribuire il suo ardimento ad una fata "primavera" che, dalle vesti di una vecchina, beneficata un giorno dal boscaiolo, si trasforma, durante l'occupazione di melfi, in una meravigliosa fanciulla; lo bacia in fronte, lo invita a difendere la città in pericolo, tocca la sua "Ronca" e questa d'incanto diviene leggera come il vento, lesta come la folgore. Battista, il "Pietro Micca della Lucania" , dopo aver sterminato centinaia di soldati francesi viene colpito e sopraffatto alle spalle. L'eroico gesto ha dato la denominazione "Ronca Battista" alla via dove esso avvenne, indicata per lungo tempo, come la strada della Ronca di Battista. Dopo il terribile eccidio della popolazione di Melfi, di circa 30.000 abitanti, solo 6.000 furono i superstiti. Essi si rifugiarono nella selva dello Spirito Santo sul Monte Vulture, e rientrarono in città,dopo 50 giorni, quando Melfi fu liberata dal Cordova. L'11 Maggio 1528, giorno di Pentecoste, i superstiti alla strage francese, continuatori della stirpe Melfitana ritornarono in città guidati da un capitano spagnolo ed il suo esercito, portando in processione una statua raffigurante la Santissima Trinità, da una chiesetta rupestre, nella selva Vulturina citata, su un carro trainato da buoi. Ogni anno, da circa 5 secoli, quel festoso ritorno si ripete con la fede di un tempo e la stessa solennità. Quasi d'incanto Melfi rivive quell'indimenticabile pagina della sua storia. Un articolo della festa del 1924/27 Fonte e video Raituccio
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