20 dic 2007

La casa tra cielo e mandarini

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La casa tra cielo e mandarini si immerge nel verde e sfoggia il bianco dei deboli fiori che al primo soffio di vento travestono il terreno di neve di petali. Intorno, danzatori alati e leggeri lambiscono il fogliame. Dalla casa tra cielo e mandarini si afferra il rumoreggiare del fiume che sotto un ponte di cemento scorre lento e scarno confuso tra le piante curve verso il mare e sopravvissute all’inverno. Le nevi delle montagne iraconde e fangose lasciano il segno sugli agri della valle e sui visi degli uomini. L’antico letto casa natia del bizzoso fiume non perde la cortesia e alloggia giovani alberi boriosi che solleticheranno il cielo. Nella casa tra cielo e mandarini s’avverte l’odore della terra ubriaca di pioggia, della polvere arsa dal solleone che si inchioda sulla pelle. Ciottoli solcati da trattori segnano un sentiero che termina d’improvviso il suo percorso. Ammansito sulla strada ferrata, il treno diviene padrone dispotico del cammino. Le erbe insistenti si confondono con i bordi ferrosi e mutate nel colore non abbandono luogo. Nella casa tra cielo e mandarini comprendi i segnali delle stagioni. Il primo sole traditore non illude i primi piovaschi violenti non intimoriscono. La primavera è accertata dalle operose rondini che ricostruiscono il nido. L’inverno si annuncia con gli arancioni frutti che pendono irriverenti. Tra cielo e mandarini Sotto le stelle o fronte al fuoco una casa racconta le storie dei docili fiori che si trasformano in scanzonati frutti del gorgogliare del fiume e dello stridere del treno del gioco senza fine tra sole e luna mentre un cane fidato osserva distratto.
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